Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC)

Il disturbo ossessivo compulsivo roma Il DOC è un disturbo caratterizzato da ossessioni e compulsioni (classificazione del DSM V). L’esordio avviene spesso in età giovanile, ma anche in altri periodi della vita. Il Tende alla cronicizzazione e tipicamente alterna fasi di attenuazione e accentuazione dei sintomi e della sofferenza che ne deriva. La cronicizzazione può alterare profondamento il funzionamento sociale della persona. Come in balia di un tiranno e nonostante i tentativi di ribellione, chi è colpito dal DOC si sente costretto ad agire o pensare in un certo modo. La remissione totale dei sintomi non si verifica sempre, ma con trattamenti terapeutici mirati, si possono ottenere miglioramenti davvero sensibili!

Sintomi

La sintomatologia del DOC è incentrata su ossessioni e compulsioni, o sole ossessioni, che impegnano la persona per buona parte del suo tempo interferendo con le attività quotidiane. Principali caratteristiche del disturbo: ripetitività, frequenza, persistenza, sensazione di inevitabilità delle ossessioni e delle risposte compulsive .

Le ossessioni

Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini che irrompono improvvisamente nella mente, vissuti come intrusivi (sensazione che si presentino autonomamente). Il loro contenuto e la frequenza causano notevole disagio; si impongono, sono ridondanti, prive di senso, sottraggono spazio vitale, sono vissute come irrazionali, eccessive, non coerenti con la realtà.

Vediamo alcuni esempi di ossessioni sostenute da pensieri
• “Se dico la parola cancro potrei ammalarmi anche io”
• “Se non apro la porta entro 10 secondi avverrà qualcosa di negativo”
• “Se non faccio attenzione posso aggredire qualcuno senza accorgermene”
Il contenuto delle ossessioni crea notevole ansia, fa sentire la persona esposta a rischi di ogni genere (la casa potrebbe bruciare, potrei causare danni ai miei cari, potrei ammalarmi seriamente se tocco quell’oggetto) o responsabile / colpevole di tali eventi (sentirsi cattivi, pericolosi, superficiali).

Un’idea ossessiva può causare il senso di colpa per averla pensata, o il dubbio di essere immorali o cattivi: “Se ho pensato questo, allora sono immorale”.

Le compulsioni

Le compulsioni o rituali, sono sia azioni mentali sia comportamenti che nascono in risposta alle ossessioni, come tentativo di risolverle. Ad esempio se l’ossessione è “le mie mani sono sporche e infette”, pulire le mani con un disinfettante/sapone sarà la risposta comportamentale compulsiva, che tenterà di risolvere il problema della percepita o temuta contaminazione. La compulsione lascia un senso di sollievo al disagio prodotto dalle ossessioni, che però è solo transitorio!
Poi l’ossessione torna e nuovamente nasce il bisogno di una risposta compulsiva.

Una lotta impari

La persona con DOC quasi sempre considera assurde le proprie preoccupazioni, i propri pensieri, i comportamenti; se ne vergogna e non ne parla facilmente, convive con la paura di essere pazza, o essere sul punto di impazzire. Il fatto di considerare i propri pensieri/comportamenti totalmente irrazionali spinge a lottare contro di essi con accanimento, a rifiutarli; unico effetto di tale strenua opposizione è l’accentuazione dei sintomi e della sofferenza psicologica.

Come si manifesta il DOC

In letteratura il DOC è generalmente classificato in sei sottocategorie, sulla base della diversa tipologia di ossessioni e compulsioni.

Disturbo ossessivo compulsivo da controllo

Caratterizzato da ossessioni e compulsioni che causano timori ricorrenti e controlli continui e ripetuti, insieme ala paura di aver dimenticato qualcosa, di aver sbagliato, di aver causato involontariamente un danno a persone o cose.

Le persone colpite da questo tipo di disturbo possono pensare che certi loro comportamenti possano causare/evitare disgrazie. I controlli che più spesso caratterizzano questo disturbo sono: controllare di aver chiuso la porta di casa, il rubinetto del gas o dell’acqua, contare correttamente i soldi, verificare di non aver scritto parole ingiuriose o blasfeme.

Disturbo ossessivo compulsivo da contaminazione

Ossessioni e compulsioni sono collegate alla paura di essere contagiati o contaminati.

La persona vive un vero è proprio tormento a causa dell’insistente preoccupazione di ammalarsi o che un proprio caro possa essere infettato o contaminato.

Il contatto temuto può riguardare germi o sostanze tossiche. Tra i possibili agenti “contaminanti” da evitare; urine, sangue, sudore, saponi, solventi, oggetti o persone potenzialmente veicolo di queste sostanze.

Venire a contatto con la sostanza percepita come contaminante comporta poi una serie di rituali volti a neutralizzare la contaminazione; lavarsi ripetutamente le mani, lavare gli abiti o altri oggetti.

Disturbo ossessivo compulsivo da ordine e simmetria

Caratterizzato da intolleranza al disordine, o all’asimmetria. Gli oggetti devono essere perfettamente ordinati, allineati e disposti simmetricamente, seguendo una logica precisa (per dimensione, colore, forma, ecc.). L’ossessione può estendersi anche alla dimensione corporea; in questo caso riguarda gli abiti, i capelli e quindi la pettinatura, le scarpe. Di fatto se la persona percepisce disordine o asimmetria, a prescindere da quale sia l’oggetto o la dimensione coinvolta (corporea o meno) viene catturata anche per ore nel tentativo di riordinare gli oggetti, fino a che sente che tutto è a posto.

Disturbo ossessivo compulsivo da superstizione eccessiva

Prevalgono pensieri e superstizioni eccessive e l’associazione di alcuni eventi con il compimento di gesti, il vedere specifici oggetti o colori, udire determinati suoni o rumori. La persona colpita da questo disturbo mette in atto una serie di rituali ad hoc nel tentativo di scongiurare gli esiti negativi temuti. Il rituale è di volta in volta adattato alla situazione ansiogena e ripetuto un preciso numero di volte allo scopo di evitare eventi sfavorevoli.

Condotte da accumulo

In passato le condotte da accumulo erano considerate una variante del doc. Solitamente tali condotte non implicano rituali compulsivi. L’attuale classificazione (DSM V) attribuisce a tali condotte una specificità diagnostica. Un impulso irresistibile induce la persona a conservare oggetti, anche di scarso valore o facilmente deperibili, giungendo in alcuni casi alla collezione vera e propria; pacchetti vuoti di sigarette, involucri di caramelle, scontrini fiscali, ecc..

Ossessioni pure

Si tratta di ossessioni senza compulsioni; pensieri ossessivi in merito al verificarsi di situazioni fortemente improbabili, difficilmente tollerabili, che non causano risposte comportamentali compulsive vere e proprie, ma spesso seguite da un dialogo interiore mirato all’auto rassicurazione e all’attenuazione del disagio provocato dall’ossessione. Le ossessioni possono essere a sfondo religioso, sociale o sessuale. Ad esempio il timore di essere o diventare omosessuale o pedofilo, avere improvvisi e incontrollabili comportamenti aggressivi con il rischio di fare del male a qualcuno.

Decorso e conseguenze

Il disturbo ossessivo compulsivo tende a cronicizzare e raramente è solo episodico. Nel decorso le fasi di miglioramento si alternano a quelle di riacutizzazione della sintomatologia. La cronicizzazione causa effetti anche sul piano sociale; compromette la capacità di lavorare, le relazioni, e può richiedere assistenza. Insorgendo prevalentemente in età giovanile, può interferire con le scelte legate allo studio. Ne deriva che sul piano personale il DOC può avere conseguenze importanti e contrastare la piena autorealizzazione dell’individuo. Spesso le persone colpite dal DOC rinunciano ai loro obiettivi, o li raggiungono in tempi molto maggiori, o si accontentano di incarichi da cui derivano scarse responsabilità.

Conseguenze per la famiglia

Chi ha un proprio congiunto affetto da DOC è investito negativamente da una serie di conseguenze che ostacolano in naturale e normale fluire della vita familiare. Il sintomo compulsivo ad esempio può coinvolgere direttamente i famigliari del soggetto colpito, che si trovano avviluppati loro malgrado, in una spirale di rituali, controlli, lavaggi e altro. In altri casi al familiare viene ripetutamente richiesto di rassicurare circa idee e pensieri ossessivi: “Sei certo che se mi siedo sull’autobus non mi contagio ?” “Avrò chiuso bene la portiera della macchina?”. A causa del coinvolgimento nella sintomatologia del proprio caro il clima famigliare può farsi marcatamente teso e nel tempo le relazioni possono subire danni rilevanti.

Le cause del DOC

In letteratura si parla di cause biologiche, psicologiche e sociali.

Sul piano strettamente psicologico si ritiene che un ingente contributo all’ origine del DOC derivi da alcune esperienze e interazioni educative disfunzionali.

Dal punto di vista scientifico è identificato come centrale nella genesi del disturbo l’investimento sulla protezione dalla colpa o l’eccessivo senso di responsabilità.

Evidenze empiriche e cliniche denotano una correlazione tra timore della colpa, eccessivo senso di responsabilità e tendenze ossessive e compulsive. Nella storia di una persona colpita da DOC spesso è rintracciabile un’ esperienza educativa di grande rigore e severità dove il non rispetto delle regole potevano derivare punizioni sproporzionate e imprevedibili. Da questi vissuti discenderebbe una particolare rigidità morale la vulnerabilità rispetto alla colpa e il marcato senso di responsabilità.

Cura e trattamento

Nella mia esperienza clinica il trattamento del doc prevede l’integrazione della psicoterapia, con tecniche cognitivo comportamentali e tecniche mindfulness.

La psicoterapia punta a trasformare tutti quegli aspetti e quei processi che hanno contribuito alla nascita del disturbo e alla sua sopravvivenza e rende possibile consolidare gli esiti positivi del trattamento. Le tecniche cognitive e comportamentali consentono d’intervenire sui sintomi per ridurne quantità e frequenza e rendono la persona meno vulnerabile all’attacco di quei meccanismi cognitivi che hanno contribuito a generare e alimentare il disturbo. le tecniche mindfulness insegnano una diversa e più funzionale gestione dei pensieri ossessivi e dei loro effetti negativi.

Quanto agli esiti positivi dei trattamenti, come in letteratura, le percentuali oscillano tra il 50 e l’85%. Il trattamento psicoterapico non dovrebbe mai mancare, anche nei casi in cui il grado di sofferenza estremo richieda il ricorso alla farmacoterapia.

Esposizione combinata

Esposizione graduale o prolungata; per immagini o in vivo.

Il soggetto è messo in contatto con lo stimolo o la situazione ansiogena per un lasso di tempo maggiore a quello che abitualmente tollera. Ad esempio sedere sull’autobus per 3 minuti senza alzarsi.

E’ implicito che proverà ansia che peraltro rientra negli obiettivi specifici della tecnica.

Il soggetto è supportato nell’esposizione graduale e con interventi che lo incentivano rendendo meno minacciosa l’idea e l’esperienza diretta.

Prevenzione della risposta

Avviene attraverso il blocco di quei comportamenti sintomatici messi generalmente in atto dalla persona dopo aver sperimentato la situazione temuta. I tempi del blocco sono crescenti e aiutano il soggetto a posticipare la risposta. Ad esempio dopo essere stato seduto 3 minuti, una volta giunto a casa non togliere subito gli abiti per lavarli ma attendere 30 minuti.

Dr.ssa Teresa Remoli
Psicologa Psicoterapeuta Roma
Email: teresa.remoli10@gmail.com Cell. 327.32.44.159


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